EMISSIONI CO2 AUTO – Nel 2009 i produttori di auto hanno ridotto, in media, le emissioni di CO2 dei modelli complessivamente venduti sul mercato europeo del 5,1%, portando la media di settore a 145,7 gCO2/km (rispetto al 153.5 dell’anno 2008) e facendo registrare un salto in avanti rispetto agli obiettivi europei fissati con la direttiva sulla CO2 delle auto (130 gCO2/km al 2015). E’ quanto riporta l’analisi presentata dal report “How clean are Europe’s cars. An analysis of carmaker progress towards EU CO2 targets in 2009” curato da Transport & Environment, di cui Amici della Terra e Legambiente sono partner per l’Italia.
Riduzione importante ma non ancora sufficiente considerando che il contributo dei trasporti alle emissioni di gas serra in Europa rimane consistente: il 14% delle emissioni europee totali, quota che dal 1990 al 2008 é aumentata del 29%.
La classifica generale dei costruttori per minori emissioni vede la conferma di FIAT al primo posto con 131 gCO2/km seguita da Toyota con 132 gCO2/km e PSA Peugeot-Citroen con 136 gCO2/km, mentre BMW, VW, Nissan e Daimler chiudono con valori superiori a 150 gCO2/km. Tuttavia, guardando la tabella rispetto al miglioramento incrementale, è Toyota il marchio a ottenere il miglior risultato (-10% di emissioni rispetto al 2008), seguita da Suzuki (-9,1%) e Mazda (-5,4%). Rispetto a questo parametro FIAT scivola al quinto posto (-5,3%) mentre Daimler sale dal 14° al 7° posto (-4,8%), nonostante risulti ancora la casa costruttrice tra le meno virtuose con emissioni medie pari a 167 gCO2/km.
Rispetto ai risultati relativi al 2008, secondo T&E la crisi economica e gli incentivi alla rottamazione stanziati da vari governi europei, pur avendo avuto un effetto positivo sulla domanda di auto più economiche e a bassi consumi, sono solo parzialmente responsabili di tale risultato positivo, individuando, invece, nell’innovazione tecnologica introdotta nella meccanica delle auto il contribuito maggiore. Rispetto a questo, in base ai parametri di analisi adottati da T&E, è Toyota il marchio a ottenere il miglior risultato (7% di riduzione di emissioni rispetto al 2008 con l’introduzione di nuova tecnologia) seguita da Suzuki (6%) e Daimler (5%).
“I risultati della ricerca di T&E – ha commentato Stefano Ciafani, Responsabile Scientifico di Legambiente – dimostrano che investire in produzioni a basse emissioni e alta tecnologia conviene e può essere la via per uscire dalla crisi finanziaria e vincere la doppia sfida climatica ed economica. Ma in parallelo, per ridurre le emissioni inquinanti, occorre investire anche in politiche serie di mobilità alternativa all’auto. Infatti nelle città italiane continuiamo ad avere il record negativo di numero di auto con 64 auto ogni 100 abitanti. Inoltre i dati ci evidenziano che le soluzioni tecnologiche per ridurre le emissioni di gas serra dalle auto sono già disponibili”, continua Ciafani, “per questo è paradossale che le case automobilistiche, da un lato, le applichino con successo e dall’altro chiedano allentamenti nelle normative europee di riduzione delle emissioni dei gas serra dai trasporti, come stanno facendo per quelle attualmente in discussione sui veicoli commerciali”.
Sempre secondo il rapporto di T&E, infatti, le case produttrici in un solo anno hanno ridotto complessivamente del 30% la distanza che manca a raggiungere gli obiettivi fissati dalla Direttiva Europea 443/2009, ovvero i 130 gr di CO2 emessi per km, un target che sembra quindi poter essere addirittura raggiunto in anticipo.
“E’ un dato positivo verificare che, pur con dieci anni di ritardo, anche costruttori quali Daimler e BWM, abbiano iniziato a dotare i loro modelli della tecnologia necessaria a ridurre le emissioni di CO2. Tuttavia, è opportuno considerare che si è già molto prossimi ai limiti superiori dell’innovazione tecnologica per l’efficienza dei propulsori e che la vera sfida per i prossimi anni rimane quella di un cambio di paradigma di mobilità con l’offerta di nuove auto con caratteristiche di consumi, emissioni e, soprattutto, dimensioni idonee alle reali esigenze di mobilità privata”, dichiara Massimiliano Bienati responsabile della campagna Europea CO2 Auto per Amici della Terra, che aggiunge: “I dati delle vendite per il 2009 dimostrano che la crisi economica ha determinato una evoluzione dei consumi verso modelli di auto più economiche e a basse emissioni. E’ auspicabile che, finita la stagione degli incentivi, tale trend si consolidi anche attraverso una corretta informazione ai consumatori. Non vorrei, invece, che l’ottimismo per i dati intermedi presentati da T&E, comunque ancora lontani dagli obiettivi fissati, si trasformasse in un lasciapassare alle case automobilistiche per continuare a disattendere la regolamentazione sui consumi e le emissioni di CO2 delle auto in materia di pubblicità.”. Il riferimento è all’ultimo studio “A Case for Change. How car manufacturers are dismissing the EU’s fuel labelling directive” prodotto dalla campagna Europea Car Fuel Efficiency, in cui risulta che oltre l’80% delle pubblicità auto risulta non conforme all’attuale alla direttiva 1999/94/EC in materia di pubblicità e informazione ai consumatori su consumi ed emissioni dei modelli auto.
Legambiente
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