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Infiniti M, test drive per la berlina di lusso giapponese

L’accattivante Infiniti M, nuova “ammiraglia” della casa giapponese pensata anche per il mercato europeo, è stata oggetto del nostro test drive a Roma. Si tratta di una concorrente diretta della più blasonate e vendute berline di prestigio tedesche come Audi A6, BMW Serie 5 e Mercedes Classe E.

E’ una berlina di alta gamma, che promette lusso e prestazioni. Negli Usa è il modello più noto del marchio giapponese, ma per noi si tratta di un debutto: dopo le Suv FX ed EX e la piccola G, questa ammiraglia di quasi cinque metri (4.945 mm per la precisione) arriva solo con questa terza generazione, finalmente dotata di un turbodiesel. V6 tre litri da 238 CV e 550 Nm di coppia. Il design della vettura colpisce per la miscela di grinta ed eleganza: l’Infiniti M sembra in movimento anche quando è ferma, tanto è il dinamismo insito nei tratti che le danno forma.

Completamente rinnovata, la linea M di terza generazione è stata concepita e progettata sin dall’inizio per competere in Europa, e quindi in base ai criteri europei di manovrabilità e guida e con motori ad alte prestazioni.

L’abitacolo in ogni caso è degno di nota per lusso, spazio a disposizione e completezza e varietà di allestimento. La tecnologia e l’elettronica la fanno da padrona (come anche nelle altre auto) ma qui si ha la sensazione che ci sia qualcosa di più “spinto” ed anche invasivo sotto questo aspetto. La guida è piacevole ma se non si disattivano i numerosissimi “alert” di qui la M è equipaggiata c’è sempre qualche spia che si accende o un segnale acustico che ti avverte di pericoli o sbavature nella guida. Un po’ troppo a mio giudizio.

 

Su strada

Si parte. La M30d è silenziosissima e decisamente scattante. Il suo cambio automatico a 7 marce asseconda perfettamente le richieste del guidatore e non si avvertono quasi le cambiate. C’è pure un selettore per guida normale, sportiva o Eco, che sulla nostra M30d GT agisce su acceleratore e cambio (mentre sulle S cambia anche sospensioni e sterzo), ma la posizione standard sembra già abbastanza sportiva e piacevole.

Il posto di guida è ottimo per visuale e regolazioni, tutte elettriche, compresa quella del volante. Molto bella la plancia, con display da 8 pollici per il navigatore e comandi molto facili da usare, in modo intuitivo. A 130 km/h il turbodiesel è a 2.000 giri e il confort di bordo è assoluto.

Testati sulla splendida pista di Vallelunga anche i vari sistemi di sicurezza che integrano la guida attiva del guidatore; la frenata assistita (l’auto frena da sola quando davanti c’è un’altra auto a distanza ravvicinata) e l’aiuto che viene dato dall’elettronica per coprire gli angoli morti nella visuale di tre quarti posteriore (sulla reale efficacia di questo dispositivo nutro qualche dubbio però).

Insomma un’auto tecnologicamente avanzata. Navigatore intuitivo e preciso, raffinato impianto audio (manca però l’equalizzatore), pulsanti sparsi un po’ dovunque sulla plancia e nei dintorni del volante che all’inizio disorientano un po’ il guidatore; basta poco però per farci l’abitudine e tutto diventa naturale.

Ottimo il cambio automatico a 7 rapporti (alcuna concorrenza però prevede già 8 rapporti) così come i due motori con una preferenza a mio giudizio per il turbodiesel. Degno di nota comunque anche il piglio sportivo della motorizzazione benzina.

L’allestimento S poi è dotata del sistema 4WAS che permette alle ruote posteriori di girare (al massimo di 1,5 gradi) in senso opposto a quelle anteriori al fine di rendere la guida decisamente più reattiva e sportiva. Il test ravvicinato tra un auto dotata di tale dispositivo ed un’altra no rende molto evidente i vantaggi di questo ingegnoso sistema.

Per quanto riguarda i prezzi questi oscillano da 53.800 a 66.000 euro. Non sono pochi, ma la “battaglia” si gioca essenzialmente sugli optionals e il tutto compreso. Con riferimento infatti alle principali concorrenti, alla Infiniti hanno calcolato che il risparmio medio (considerando i listini tedeschi) rispetto a Mercedes, BMW e Jaguar supera il 10%. Questione di optional: i giapponesi puntano sul tutto compreso (esclusa la vernice metallizzata da 950 euro), mentre sulle rivali, per ottenere auto paragonabili sono necessari anche 20.000 euro di accessori. Non pochi!

Infomotori.com

davide

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